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Libere di calciare.
Mister Jo, un calcio alle barriere di genere

Mostra fotografica di Alessandra Attianese

Con il suo lavoro Joanna Borella scardina uno stereotipo duro a morie: che il football sia uno sport da maschi. Le foto in mostra raccontano la gioia dello stare insieme e divertirsi praticando uno sport che infonde alle ragazze forza, determinazione e coraggio.

Nata in India nel 1966, Joanna Barella arriva l’anno successivo a Milano nella sua nuova famiglia. In casa ci sono già due figli maschi e ben presto inizia a giocare con i fratelli e i loro amici disputando grandi partite di calcio, dove è l’unica femmina.
A quei tempi bimbe e ragazze che giocano a pallone sono molto rare, ma lei non si scoraggia per questo, anzi, vuole dimostrare a tutti le sue doti di calciatrice. Che ci sono, eccome. Crescendo le arriva la proposta di fare un provino per la serie A femminile con la Pro Sesto, ma i genitori glielo impediscono perché temono possa infortunarsi. Disputa per anni tornei amatoriali, finché problemi fisici la costringono a lasciare.

Ma non può fermarsi, la sua passione è travolgente. Decide di insegnare il calcio alle ragazze di tutte le età, dai 2 ai 99 anni. Diventa Allenatore di 1° livello del C.S.I. di Milano e nel 2012 fonda la sua prima scuola di calcio, “Bimbe nel Pallone”. Il progetto ha subito un grande successo e oggi “Mister Jo” gestisce tre corsi, rivolti a bambine, adolescenti e donne. Dalla sua esperienza è nato il libro “Le ragazze di Mister Jo”, scritto da lei assieme a Stefania Carini, con una prefazione di Mario Calabresi, edito recentemente da Mondadori editore.

Con il suo lavoro di allenatrice Joanna scardina uno stereotipo duro a morire: che il football sia uno sport da maschi. Vedendo in azione le sue ragazze, si percepisce la gioia di tutte nello stare insieme e divertirsi, praticando un gioco che trasmette loro la forza, la determinazione e il coraggio di inseguire i propri obiettivi. E ci si rende conto che alle sue calciatrici Joanna insegna molto più di uno sport: insegna a essere libere. E a fare squadra per andare in rete anche nella vita.

Alessandra Attianese

Nata a Napoli nel 1966, lavora a Milano. Docente di fotografia al’ITSOS Albe Steiner, si occupa di temi legati alle comunità, alle donne, all’infanzia, al territorio. Tra i progetti più significativi: la documentazione di alcune edizioni della Biennale Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo realizzata per il Comune di Milano; le immagini che hanno dato vita alla mostra/convegno: Donne migranti nella metropoli. Spazi e tempi della cultura materiale” (1996);  il reportage sugli Incontri cinematografici di Hergla in Tunisia (2005). Nel 2011 produce con Bruna Orlandi la mostra Russia 1991. Un altro luogo, un altro tempo: un reportage sul crollo dell’Unione Sovietica e documenta per l’Università di New York la Missione Archeologica a Kinik Hoyuk, partecipando nel 2013 alla mostra Ricerche archeologiche italiane in Turchia a lstambul. Nel 2019 produce la mostra personale Piazza bella piazza sulla partecipazione civile che espone all’intero di Milano Photo Week. Da diversi anni partecipa alle attività progettuali del gruppo di Fotografia e comunicazione visiva della Casa delle Donne di Milano e fa parte dell’Associazione Donne Fotografe italiane.
Negli ultimi anni racconta con le sue immagini le associazioni, i gruppi e i movimenti che animano a Milano la vita multiculturale intorno a via Padova. Libere di calciare fa parte di questo progetto.